Pentecoste
- Anno B – 24 maggio 2015
Rito
– Romano
At
2,1-11; Sal 103; Gal 5,16-25; Gv 15,26-27; 16,12-15 -
Rito
Ambrosiano
At
2,1-11; Sal 103; 1Cor 12,1-11; Gv 14,15-20
1)
Accogliere lo Spirito, Consolatore perfetto.
Nel
brano evangelico di questa Domenica di Pentecoste Gesù dice:
“Quando
verrà il Paràclito (cioè il consolatore), che io vi manderò dal
Padre, lo Spirito della verità che procede dal Padre, egli darà
testimonianza di me; e anche voi date testimonianza, perché siete
con me fin dal principio” (Gv 15, 26 - 27).
Durante
la sua vita terrena Gesù stesso era il Consolatore: “Venite a me,
voi tutti che siete affaticati e oppressi, ed io vi ristorerò” (Mt
11,28). Quando Gesù promette il Consolatore, è quasi come se
dicesse: “Andate a lui, voi tutti che siete affaticati e oppressi,
ed egli vi ristorerà”.
Come
fa a consolarci questo “Consolatore”? Lui consola testimoniando
al nostro spirito che siamo figli di Dio (cfr Rm 8,16) e la
prova che noi siamo figli, sta nel fatto che Dio mandò lo Spirito
del Figlio suo nei nostri cuore, il quale grida: Abbà, cioè Padre
(Cfr Gal 4, 8).
Essere
consolati è un'esperienza bellissima, che tutti noi desideriamo
avere e abbiamo bisogno di fare.
Quante
volte ci si mette alla ricerca di qualcuno che lo consoli, si prenda
cura di noi, ci mostri affetto e attenzione. La Pentecoste ci ricorda
che la vera consolazione viene dal Signore, ricco di misericordia.
Questo Dio “consola il suo popolo e ha pietà dei suoi miseri”
(Is 49, 13) e proclama: “Consolate, consolate il mio popolo”
(Is 40, 1); Io, io sono il tuo consolatore” (Is 51,
12). Il Dio di ogni consolazione (cfr Rm 15, 5 e 2 Cor
1, 3) non si stanca di ripetere: “Come una “madre” consola un
figlio così io vi consolerò; in Gerusalemme sarete consolati” (Is
66, 13). Lui ci consola in ogni nostra tribolazione, perché anche
noi consoliamo, a nostra volta, quelli che si trovano in ogni genere
di afflizione, restituendo con amore fraterno quel dono che il Padre
aveva dato a noi (2 Cor 1, 3ss).
Questa
verità ci colpisce molto, ma, purtroppo, facciamo fatica ad
accettarla. Paradossalmente ci è difficile accogliere con apertura
piena, con disponibilità e umiltà questa consolazione “spirituale”
e il vero Consolatore, che viene dall’alto.
Per
evitare di rifiutare questo dono non dobbiamo voltarci indietro come
fece il giovane ricco, che preferì lasciare Cristo, per non lasciare
i suoi beni, cose materiali ricche di consolazioni false e
ingannatrici. Dobbiamo domandare con insistenza ed accogliere con
disponibilità il dono dello Spirito, allora persevereremo nel vero
cammino di conversione verso la casa del Padre e di testimonianza
verso il mondo intero.
2)
Testimoni santi della misericordia.
Il
dono del Consolatore non è solo di lenire le sofferenze fisiche o
spirituali dei credenti, ma anche di trasformare il discepolo in
testimone: “Lo Spirito di verità... testimonierà in mio favore.
Anche voi mi testimonierete, perché siete con me da principio” (Gv
15,27). Nel grande processo tra Cristo e il mondo che si svolge entro
e lungo tutta la storia, lo Spirito depone come testimone in favore
di Gesù. Lo Spirito testimonia nel cuore del discepolo. La
testimonianza dei discepoli e dello Spirito non sono indipendenti, i
primi danno voce allo Spirito: “Lo Spirito parla al cuore, voi in
parole; egli attraverso l’ispirazione, voi mediante dei suoni”
(S. Agostino).
I
discepoli hanno bisogno di certezza per testimoniare: lo Spirito
gliela offrirà, realizzando un incontro personale, intimo, pieno,
con il Signore e la sua verità: “Lo Spirito Santo... vi insegnerà
ogni cosa e vi ricorderà quanto io vi ho detto... Egli vi guiderà
alla pienezza della verità”. Lo Spirito Santo. Non aggiunge nulla
alla rivelazione di Gesù, però la interiorizza e la rende presente
in tutta la sua pienezza. Il Vangelo dice: “Vi guiderà verso e
dentro la pienezza della verità”. Dunque Lo Spirito Santo ci
guida ad una conoscenza interiore, viva e attuale e progressiva, che
non è solamente un progressivo accumulo di conoscenze, ma piuttosto
un progressivo viaggio verso nella mente e nel cuore di Dio. Un
cammino che dall’esterno va all’interno, da una conoscenza per
sentito dire ci fa arrivare a una comprensione personale, attuale e
trasformante. Direi di più ci fare arrivare ad una concezione di
Cristo come l’ha avuto la Madonna, che ha dato la sua carne a
Cristo.
Anche
noi spiritualmente, cioè con Spirito Santo che effonde nei nostri
cuori il vero amore, possiamo “dare carne” a Cristo, essere il
Suo Corpo e produrre opere di carità.
Continuiamo
questo cammino di figli e fratelli “spirituali”, meditando e
pregando per far aderire il nostro cuore alla verità che la Parola
ci rivela. Mendichiamo lo Spirito Consolatore, che ci ricordi sempre
la parola di Gesù: “Ed anche se mi dirà: uomo di poca fede,
perché hai dubitato? (Mt 14, 31), mi porgerà la sua destra, e
renderà saldo ed incrollabile il mio animo turbato dalle vicende di
questo mondo” (S. Ambrogio, Commento del salmo 118, Disc.
21,9).
Lo
Spirito Santo ci ispiri e ci renda capaci di testimoni di carità che
fanno sentire il calore e la consolazione dell’amore a chi è
povero materialmente o spiritualmente.
Siamo
chiamati a testimoniare la verità dell’amore, che la Croce rivela.
Ma è lo Spirito che ci fa capire che la Croce non è una sconfitta,
è il trionfo dell’amore su tutto, dell’Amore che dà la vita,
sia nel senso che la offre per noi sia nel senso che ci fa vivere.
Tutti
noi siamo chiamati a dare testimonianza che Cristo è risorto, è
vivo. Ma chi è il testimone? Il testimone, soprattutto se parliamo
dal punto di vista giuridico, è la persona che ha visto, ricorda e
racconta un fatto avvenuto. In questo senso, anche Erode e Giuda,
Pilato e Caifa sono testimoni. Cristianamente parlando, è la persona
che ha incontrato Cristo, ha e fa memoria di Lui, e annuncia la Sua
presenza con le parole e con la vita santa. “Il contenuto della
testimonianza cristiana non è una teoria, non è un’ideologia o un
complesso sistema di precetti e divieti oppure un moralismo, ma è un
messaggio di salvezza, un evento concreto, anzi una Persona: è
Cristo risorto, vivente e unico Salvatore di tutti. Egli può essere
testimoniato da quanti hanno fatto esperienza personale di Lui, nella
preghiera e nella Chiesa, attraverso un cammino che ha il suo
fondamento nel Battesimo, il suo nutrimento nell’Eucaristia, il suo
sigillo nella Confermazione, la sua continua conversione nella
Penitenza. Grazie a questo cammino, sempre guidato dalla Parola di
Dio, ogni cristiano può diventare testimone di Gesù risorto. E la
sua testimonianza è tanto più credibile quanto più traspare da un
modo di vivere evangelico, gioioso, coraggioso, mite, pacifico,
misericordioso” (Papa Francesco, 19 aprile 2015).
Saremo
testimoni credibili, se, prima di tutto, chiederemo il dono dello
Spirito Santo, che è “spirito di sapienza e di intelletto, di
consiglio e di fortezza, di scienza e di pietà, e del timore santo
di Dio”(cfr Is 11, 2). Allora riceveremo e condivideremo i
frutti dello Spirito Santo che sono: “amore, gioia, pace, pazienza,
benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé” (Gal
5, 22).
3)
La testimonianza delle Vergini consacrate nel mondo.
Come
possiamo essere testimoni della verità, non di una verità estranea,
ma di quello che siamo: figli di Dio e fratelli fra di noi?
Noi
siamo
testimoni quando, attraverso le nostre azioni, parole e modo di
essere, un Altro appare e si comunica.
La testimonianza non è solo un buon esempio ma è atto umile e
potente di conoscenza e di comunicazione della verità dell’amore
di Dio.
Per
le vergini consacrate essere testimoni di Cristo è essenziale.
Queste donne testimoniano che la verginità è il vertice dell’amore.
La loro risposta a Cristo mediante una vita offerta in modo
appassionato e totale, testimonia esistenzialmente che nella piena e
indivisa adesione alla predilezione di Gesù si impara ad amare tutto
il resto, si diventa come finestre aperte sull’eterno. La vergine
consacrata testimonia che è possibile vivere Cristo come unica
ragione e unica possibilità di pienezza nell'esistenza. La verginità
trasforma la vita di chi la sceglie e quella degli altri, così che
il mondo sia più umano, cioè cristiano.
La
Vergine “realizza quell’unione nuziale che, secondo i più grandi
maestri, è precisamente la perfezione stessa della vita spirituale
... Il matrimonio è stato elevato da Cristo a dignità di
sacramento, perché nell'amore dell'uomo e della donna già in figura
si faceva presente il mistero dell'unione del Cristo e della Chiesa.
La castità perfetta non è più soltanto figura di quell’unione,
ma suo compimento ... Nulla e nessuno la lega e la divide dagli
altri. Essendo una sola cosa con il Cristo, lei vive in santa
comunione una con tutti” (Divo Barsotti)
Lettura
Patristica
Guglielmo
di Saint-Thierry,
Speculum
fidei
L’anima
umile è illuminata dallo Spirito
Tu,
dunque, anima fedele, quando nella tua fede t’imbatti in un più
occulto mistero, osa e di’, non per il desiderio di incontrare, ma
di seguire: Come avvengono queste cose? Ma la tua domanda, sia la tua
preghiera, il tuo amore e il tuo umile desiderio. Non cercare di
scoprire in alto la maestà di Dio, ma cerca la salvezza di Dio, e ti
risponderà l’angelo della sapienza. "Quando
verrà lo Spirito che io manderò a voi dal Padre, egli vi suggerirà
tutto e vi insegnerà tutta la verità"
(Jn
14,26).
"Nessuno
infatti sa le cose dell’uomo, se non lo spirito dell’uomo che è
in esso; e nessuno sa le cose di Dio, se non lo Spirito di Dio"
(1Co
2,11).
Sbrigati, dunque, a farti partecipe dello Spirito Santo. È presente,
quando viene invocato; se non ci fosse, non sarebbe invocato. E
quando viene, viene con l’abbondanza della benedizione di Dio. È
fiume impetuoso, che letifica la città di Dio. E quando arriva, se
ti trova umile, sereno e rispettoso della Parola di Dio, si poserà
su di te, e ti rivelerà ciò che il Padre nasconde ai sapienti e
avveduti di questo mondo; e cominceranno a brillare ai tuoi occhi
quelle cose che i discepoli non riuscirono ad assorbire, finché non
fosse venuto lo Spirito di verità, che avrebbe detto loro tutta la
verità. Verità che non può essere rivelata da nessun uomo.
E
come è necessario che quelli che lo adorano, lo adorino in spirito e
verità, così coloro che desiderano di conoscerlo devono cercare
l’intelligenza della fede e il senso della verità nello Spirito
Santo. Infatti nelle tenebre e ignoranza di questa vita ai poveri di
spirito esso è luce che illumina, è carità che attira, dolce
soavità; è lui che avvicina l’uomo a Dio; è l’amore di chi
ama, devozione e pietà. Lui di fede in fede rivela ai fedeli la
giustizia di Dio; quando dà la grazia e per la fede accolta dalla
Parola di Dio dà la fede illuminata.
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