8
dicembre 2012
Solennità
della Immacolata Concezione
Gen.
3,9-15 20; Ef. 1,3-6 11-12; Lc. 1,26-38
La
Vergine piena di grazia accoglie la Parola
9
dicembre 2012
II
Domenica di Avvento (Rito romano)
Bar
5, 1-9; Sal 125; Fil 1,4-6.8-11; Lc 3, 1-6
Un
uomo vigilante indica la Parola
IV
Domenica di Avvento (Rito ambrosiano)
Is
4,2-5; Sal 23; Eb 2,5-15; Lc 19,28
L’Ingresso
della Parola
1)
La Verità, la Parola vera di Dio, entra nel mondo grazie ad una
donna, Maria, l’Immacolata.
La
festa dell’Immacolata, che precede immediatamente la II domenica di
Avvento, ci permette di affermare che non solo Giovanni il Battista
ha preparato la strada al Messia. Anche e soprattutto Maria, Vergine
e Immacolata fin dal suo concepimento, è colei che ha raddrizzato le
strade per il Signore nel modo più alto e generoso, “schiacciando
la testa al serpente”
in modo deciso e definitivo.
Quando le strade del Signore ci
appaiono difficili, perdenti rispetto a quelle che l'inganno degli
occhi e la grancassa assordante dei mass media ci fanno sembrare
buone, belle e desiderabili, non dimentichiamo che Maria è pronta a
correre da noi, come da Elisabetta, per darci conforto e gioia, per
aiutarci a raddrizzare le strade tortuose dei nostri cuori. Impariamo
da Maria, ad appianare le strade sulle quali possiamo andare avanti
nel bene, con il bene e per il bene.
L’incontro
nostro con Cristo è possibile perché Maria ce lo porta come lo
portò alla cugina Elisabetta. Preghiamo la Madonna, che ha accolto e
custodito il Figlio di Dio sotto
il suo cuore, di potere accogliere e custodire nel
nostro cuore Gesù, questo incessante amore fatto carne.
La
grazia del “sì” di Maria, a cui si unisce il nostro fragile
“sì”, “trasforma
la terra in altare e l’opera tutta dell’uomo diventa oblazione di
lode”
(Inno di lodi) e di gioia: se la Madonna non avesse detto “sì”
anche Dio sarebbe stato triste.
Certamente
non è facile, ma è magnifico e fonte di gioia, dire questo “sì”,
che oggi come allora, è contrario al cosiddetto buon senso comune.
Duemila anni fa, a Nazareth –come in tutto il mondo ebraico- due
erano i peccati più grandi: l’idolatria (=l’infedeltà a Dio) e
l’adulterio (= l’infedeltà al marito). La Madonna con il suo sì
all’angelo, “tradisce” il marito e dice di aver concepito un
Figlio da Dio. Maria si abbandonò fiduciosa a Dio e Dio si è
“abbandonato” a lei, prendendo carne da lei. La Vergine Madre
accettò tutto da Dio, divenne Madre di Gesù e prese la verità tra
le sue braccia.
Ma
questo abbandono totale e non emotivo di Maria al Dio vero ha
permesso un Natale vero, secondo la volontà buona di Dio. Quindi
prepariamoci a dire a Natale: "Gesù nasce", ma con meno
sentimentalismo, consapevoli di cosa vuol dire un "sì" a
Dio e di cosa comporta. Maria disse: “sì”: “Io
mi fido di Te, Signore; Tu mi difenderai e mi condurrai!”.
Facciamo altrettanto, perché accada in noi quello che è accaduto in
Maria: “Il
Verbo si è fatto carne ed ha posto la sua dimora in noi”.
2)
La Parola indicata da un uomo, Giovanni il Battista, perché accolta
da un altro uomo, Giuseppe, il padre legale di Cristo.
Le
letture della II domenica di Avvento (rito romano) ci comunicano il
senso dell'Avvento non come semplice attesa, ma come aspettativa
gioiosa di un incontro tanto atteso e che implica una conversione.
L'attesa
nelle Sacre Scritture implica gioia.
Il credente non si limita ad
attendere, atteggiamento che è spesso vissuto in modo passivo ed
annoiato, ma gioisce nell'attesa di una persona cara. Il fedele, che
ama, non vede l'ora che venga il momento dell'incontro con l’amato.
Nella prima lettura, che la liturgia romana prende dal libro del
profeta Baruc, ci è descritta Gerusalemme, che vede i suoi figli,
partiti nel dolore, ritornare nella gioia
esultanti per il ricordo di Dio, perché Dio ricondurrà Israele con
gioia alla luce della sua gloria.
Nella seconda lettura, ascoltiamo l’Apostolo Paolo che scrive ai
fratelli di Filippi dalla sua prigione e il cui primo pensiero è
sempre, quando prego per tutti voi, lo faccio con gioia.
Il salmista del Salmo 125, Grandi
cose ha fatto il Signore per noi: eravamo pieni di gioia,
talmente intriso della gioia del Signore da farne la parola centrale
del Salmo, che ricorre in ciascuna delle quattro strofe.
Infine
nel vangelo “romano” di oggi vediamo Giovanni Battista che
percorre il deserto con una “impazienza” tale da divenire un
fuoco interiore che gli fa spianare le strade della salvezza. Tutte
le letture di oggi sono ispirate al sentimento di gioia che pervade
noi fedeli e che si riassume nell’incontro concreto con il Signore,
la cui
misericordia ci dà vita
(Inno delle Letture).
Non
solo Maria, l’Immacolata Concezione (festa dell’8 dicembre), e
Giovanni il Battista (cfr II Domenica di Avvento romano) hanno
appianato le strade per la venuta di Cristo. Anche San Giuseppe ha
spianato cordialmente la missione divina della sua sposa Maria, da
cui venne il secondo Adamo, Cristo Gesù Signore nostro.
Il
mondo ha ricevuto una nuova origine in Gesù, che fu pienamente
accolto e protetto da questo umile falegname, uomo giusto per
eccellenza, uomo dall’amore eroico per Dio e per la Vergine Maria.
San Giuseppe non dubitò di Maria, capì di non essere stato tradito,
non considerò Dio come rivale, e con fede piena in Dio confermò la
sua decisione di essere lo sposo di Maria. Così formò la santa
famiglia, dove i due sposi respiravano l’amore di Dio, santamente.
Dio ha riempito la loro vita. Se Gli diciamo “sì”, Dio riempie
anche la nostra esistenza, ogni giorno e per sempre. La santa
Famiglia è e deve essere sempre di più il modello di ogni famiglia
cristiana, dove come a Nazareth il cuore di San Giuseppe era pieno di
amore, di « Un
Amore in grado di racchiudere il Cielo e la terra
» (F. Jammes).
Con
il Beato Giovanni Paolo II è però molto importante ricordare che
“non
meno della donna che segue la via del matrimonio, la vergine
consacrata è capace di vivere ed esprimere l’amore sponsale: “in
un simile amore” essa diventa, nella Chiesa, un dono per Dio, per
Cristo Redentore, per ogni fratello e ogni sorella. Amate i figli di
Dio. Il vostro amore totale ed esclusivo per Cristo non vi distoglie
dall’amore verso tutti gli uomini e tutte le donne, vostri fratelli
e sorelle, perché gli orizzonti della vostra carità – appunto
perché siete del Signore – sono gli orizzonti stessi di
Cristo…Abbiate un cuore misericordioso e partecipe alle sofferenze
dei fratelli. Impegnatevi per la difesa della vita, la promozione
della donna, il rispetto della sua libertà e dignità. Lo sapete:
“voi che siete vergini per Cristo” diventate “madri nello
spirito” (Ordo
consecrationis virginum,
n. 16) cooperando con amore all’evangelizzazione dell’uomo e alla
sua promozione”
(Giovanni Paolo II, Discorso
alle partecipanti al Convegno Internazionale dell’ “Ordo
Virginum”,
nel 25° anniversario della promulgazione del Rito di Consacrazione,
2 giugno 1995, nn 5-7).
3)
La Parola divina, il Verbo di Dio diventato adulto, entra a
Gerusalemme (IV domenica dell’Avvento ambrosiano).
Può
sembrare strano che venga proposto in Avvento un testo che ci immerge
nella Passione di Cristo, perché l’ingresso solenne di Gesù in
Gerusalemme apre l’ultima settimana del vita del Messia. Il motivo
è che viene richiesto a ciascuno di noi di ricordarci che la Parola
di Dio non solo entra nel mondo con l’umiltà di un bambino, ma
cresce e va accolta solennemente, festosamente e seriamente da
adulti.
Una
preghiera di San Bernardo di Chiaravalle e due informazioni:
Memorare,
piissima Virgo Maria,
a
saeculo non esse auditum
quemquam
ad tua currentem praesidia,
tua
implorantem auxilia,
tua
petentem suffragia
esse
derelictum.
Ego,
tali animatus confidentia,
ad
te, Virgo virginum Mater, curro;
ad
te venio, coram te gemens, peccator, assisto.
Noli,
Mater Verbi, verba mea despicere,
sed
audi propitia et exaudi.
Amen.
Ricordati,
o piissima Vergine Maria,
che
non si è mai udito al mondo
che
alcuno sia ricorso alla tua protezione,
abbia
implorato il tuo aiuto,
abbia
chiesto il tuo soccorso,
e
sia stato abbandonato.
Animato
da tale fiducia,
a
te ricorro, o Madre, Vergine delle vergini;
a
te vengo, dinnanzi a te mi prostro, peccatore pentito.
Non
volere, o Madre del Verbo,
disprezzare
le mie preghiere,
ma
ascoltami benevola ed esaudiscimi.
Amen.
Nota
biografica su Francis Jammes
Egli
nacque a Tournay
(Alti Pirenei) il 2 dicembre 1868, fu poeta, romaziere,
dramaturgo francese, che si convertì (o, meglio, ritorno alla vita
di fede) al cattolicesimo nel 1905, fu amico ed estimatore di Paul
Claudel. Morì a Hasparren
(Pirenei Atlantici) il giorno di Ognissanti, il 1° novembre 1938.
Spiegazione
breve del dogma dell’Immacolata Concezione
Il
dogma dell’Immacolata Concezione di Maria Santissima, proclamato da
Pio IX nel 1854, insegna che «La
beatissima vergine Maria, nel primo istante della sua concezione, per
una grazia ed un privilegio singolare di Dio Onnipotente, in
previsione dei meriti di Gesù Cristo salvatore del genere umano, è
stata preservata intatta da ogni macchia del peccato originale».
Quattro
anni dopo essere stata definita dal papa Pio IX, questa verità fu
confermata dalla Madonna stessa a Lourdes in una delle apparizioni a
Bernardetta con le parole: “Io sono l'Immacolata Concezione”
Tuttavia
"Immacolata"
non significa preservata dalla lotta. Anche Lei ha lottato con il
“serpente”, ha conosciuto la fatica del “credere”, la
crescita nella fede, la noia del “quotidiano”, il dolore
lacerante e poi l’abbraccio pacificante.
“Immacolata” non
significa senza “tentazioni” o senza fatica del cuore. Anche Eva
era “immacolata”, eppure è caduta, con il cuore diviso.
I
“dogmi” che si riferiscono a Maria riguardano anche noi, sono la
“grammatica” per capire l’umanità, per parlare la lingua di
ogni uomo, perché il suo destino è il nostro.
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