giovedì 6 dicembre 2012

Solennità della Immacolata Concezione - II Domenica di Avvento (Rito romano) - IV Domenica di Avvento (Rito ambrosiano)

8 dicembre 2012
Solennità della Immacolata Concezione
Gen. 3,9-15 20; Ef. 1,3-6 11-12; Lc. 1,26-38
La Vergine piena di grazia accoglie la Parola

9 dicembre 2012
II Domenica di Avvento (Rito romano)
Bar 5, 1-9; Sal 125; Fil 1,4-6.8-11; Lc 3, 1-6
Un uomo vigilante indica la Parola

IV Domenica di Avvento (Rito ambrosiano)
Is 4,2-5; Sal 23; Eb 2,5-15; Lc 19,28
L’Ingresso della Parola



1) La Verità, la Parola vera di Dio, entra nel mondo grazie ad una donna, Maria, l’Immacolata.
La festa dell’Immacolata, che precede immediatamente la II domenica di Avvento, ci permette di affermare che non solo Giovanni il Battista ha preparato la strada al Messia. Anche e soprattutto Maria, Vergine e Immacolata fin dal suo concepimento, è colei che ha raddrizzato le strade per il Signore nel modo più alto e generoso, “schiacciando la testa al serpente” in modo deciso e definitivo. 
Quando le strade del Signore ci appaiono difficili, perdenti rispetto a quelle che l'inganno degli occhi e la grancassa assordante dei mass media ci fanno sembrare buone, belle e desiderabili, non dimentichiamo che Maria è pronta a correre da noi, come da Elisabetta, per darci conforto e gioia, per aiutarci a raddrizzare le strade tortuose dei nostri cuori. Impariamo da Maria, ad appianare le strade sulle quali possiamo andare avanti nel bene, con il bene e per il bene.
L’incontro nostro con Cristo è possibile perché Maria ce lo porta come lo portò alla cugina Elisabetta. Preghiamo la Madonna, che ha accolto e custodito il Figlio di Dio sotto il suo cuore, di potere accogliere e custodire nel nostro cuore Gesù, questo incessante amore fatto carne.
La grazia del “sì” di Maria, a cui si unisce il nostro fragile “sì”, “trasforma la terra in altare e l’opera tutta dell’uomo diventa oblazione di lode” (Inno di lodi) e di gioia: se la Madonna non avesse detto “sì” anche Dio sarebbe stato triste. 

Certamente non è facile, ma è magnifico e fonte di gioia, dire questo “sì”, che oggi come allora, è contrario al cosiddetto buon senso comune. Duemila anni fa, a Nazareth –come in tutto il mondo ebraico- due erano i peccati più grandi: l’idolatria (=l’infedeltà a Dio) e l’adulterio (= l’infedeltà al marito). La Madonna con il suo sì all’angelo, “tradisce” il marito e dice di aver concepito un Figlio da Dio. Maria si abbandonò fiduciosa a Dio e Dio si è “abbandonato” a lei, prendendo carne da lei. La Vergine Madre accettò tutto da Dio, divenne Madre di Gesù e prese la verità tra le sue braccia.
Ma questo abbandono totale e non emotivo di Maria al Dio vero ha permesso un Natale vero, secondo la volontà buona di Dio. Quindi prepariamoci a dire a Natale: "Gesù nasce", ma con meno sentimentalismo, consapevoli di cosa vuol dire un "sì" a Dio e di cosa comporta. Maria disse: “sì”: “Io mi fido di Te, Signore; Tu mi difenderai e mi condurrai!”. Facciamo altrettanto, perché accada in noi quello che è accaduto in Maria: “Il Verbo si è fatto carne ed ha posto la sua dimora in noi”.
2) La Parola indicata da un uomo, Giovanni il Battista, perché accolta da un altro uomo, Giuseppe, il padre legale di Cristo.
Le letture della II domenica di Avvento (rito romano) ci comunicano il senso dell'Avvento non come semplice attesa, ma come aspettativa gioiosa di un incontro tanto atteso e che implica una conversione.
L'attesa nelle Sacre Scritture implica gioia.
Il credente non si limita ad attendere, atteggiamento che è spesso vissuto in modo passivo ed annoiato, ma gioisce nell'attesa di una persona cara. Il fedele, che ama, non vede l'ora che venga il momento dell'incontro con l’amato. Nella prima lettura, che la liturgia romana prende dal libro del profeta Baruc, ci è descritta Gerusalemme, che vede i suoi figli, partiti nel dolore, ritornare nella gioia esultanti per il ricordo di Dio, perché Dio ricondurrà Israele con gioia alla luce della sua gloria. Nella seconda lettura, ascoltiamo l’Apostolo Paolo che scrive ai fratelli di Filippi dalla sua prigione e il cui primo pensiero è sempre, quando prego per tutti voi, lo faccio con gioia. Il salmista del Salmo 125, Grandi cose ha fatto il Signore per noi: eravamo pieni di gioia, talmente intriso della gioia del Signore da farne la parola centrale del Salmo, che ricorre in ciascuna delle quattro strofe. 
Infine nel vangelo “romano” di oggi vediamo Giovanni Battista che percorre il deserto con una “impazienza” tale da divenire un fuoco interiore che gli fa spianare le strade della salvezza. Tutte le letture di oggi sono ispirate al sentimento di gioia che pervade noi fedeli e che si riassume nell’incontro concreto con il Signore, la cui misericordia ci dà vita (Inno delle Letture).
Non solo Maria, l’Immacolata Concezione (festa dell’8 dicembre), e Giovanni il Battista (cfr II Domenica di Avvento romano) hanno appianato le strade per la venuta di Cristo. Anche San Giuseppe ha spianato cordialmente la missione divina della sua sposa Maria, da cui venne il secondo Adamo, Cristo Gesù Signore nostro.
Il mondo ha ricevuto una nuova origine in Gesù, che fu pienamente accolto e protetto da questo umile falegname, uomo giusto per eccellenza, uomo dall’amore eroico per Dio e per la Vergine Maria. San Giuseppe non dubitò di Maria, capì di non essere stato tradito, non considerò Dio come rivale, e con fede piena in Dio confermò la sua decisione di essere lo sposo di Maria. Così formò la santa famiglia, dove i due sposi respiravano l’amore di Dio, santamente. Dio ha riempito la loro vita. Se Gli diciamo “sì”, Dio riempie anche la nostra esistenza, ogni giorno e per sempre. La santa Famiglia è e deve essere sempre di più il modello di ogni famiglia cristiana, dove come a Nazareth il cuore di San Giuseppe era pieno di amore, di « Un Amore in grado di racchiudere il Cielo e la terra » (F. Jammes).
Con il Beato Giovanni Paolo II è però molto importante ricordare che “non meno della donna che segue la via del matrimonio, la vergine consacrata è capace di vivere ed esprimere l’amore sponsale: “in un simile amore” essa diventa, nella Chiesa, un dono per Dio, per Cristo Redentore, per ogni fratello e ogni sorella. Amate i figli di Dio. Il vostro amore totale ed esclusivo per Cristo non vi distoglie dall’amore verso tutti gli uomini e tutte le donne, vostri fratelli e sorelle, perché gli orizzonti della vostra carità – appunto perché siete del Signore – sono gli orizzonti stessi di Cristo…Abbiate un cuore misericordioso e partecipe alle sofferenze dei fratelli. Impegnatevi per la difesa della vita, la promozione della donna, il rispetto della sua libertà e dignità. Lo sapete: “voi che siete vergini per Cristo” diventate “madri nello spirito” (Ordo consecrationis virginum, n. 16) cooperando con amore all’evangelizzazione dell’uomo e alla sua promozione” (Giovanni Paolo II, Discorso alle partecipanti al Convegno Internazionale dell’ “Ordo Virginum”, nel 25° anniversario della promulgazione del Rito di Consacrazione, 2 giugno 1995, nn 5-7).

3) La Parola divina, il Verbo di Dio diventato adulto, entra a Gerusalemme (IV domenica dell’Avvento ambrosiano).
Può sembrare strano che venga proposto in Avvento un testo che ci immerge nella Passione di Cristo, perché l’ingresso solenne di Gesù in Gerusalemme apre l’ultima settimana del vita del Messia. Il motivo è che viene richiesto a ciascuno di noi di ricordarci che la Parola di Dio non solo entra nel mondo con l’umiltà di un bambino, ma cresce e va accolta solennemente, festosamente e seriamente da adulti.

Una preghiera di San Bernardo di Chiaravalle e due informazioni:

Memorare, piissima Virgo Maria,
a saeculo non esse auditum
quemquam ad tua currentem praesidia,
tua implorantem auxilia,
tua petentem suffragia
esse derelictum.
Ego, tali animatus confidentia,
ad te, Virgo virginum Mater, curro;
ad te venio, coram te gemens, peccator, assisto.
Noli, Mater Verbi, verba mea despicere,
sed audi propitia et exaudi.
Amen.

Traduzione in lingua italiana:
Ricordati, o piissima Vergine Maria,
che non si è mai udito al mondo
che alcuno sia ricorso alla tua protezione,
abbia implorato il tuo aiuto,
abbia chiesto il tuo soccorso,
e sia stato abbandonato.
Animato da tale fiducia,
a te ricorro, o Madre, Vergine delle vergini;
a te vengo, dinnanzi a te mi prostro, peccatore pentito.
Non volere, o Madre del Verbo,
disprezzare le mie preghiere,
ma ascoltami benevola ed esaudiscimi.
Amen.

Nota biografica su Francis Jammes
Egli nacque a Tournay (Alti Pirenei) il 2 dicembre 1868, fu poeta, romaziere, dramaturgo francese, che si convertì (o, meglio, ritorno alla vita di fede) al cattolicesimo nel 1905, fu amico ed estimatore di Paul Claudel. Morì a Hasparren (Pirenei Atlantici) il giorno di Ognissanti, il 1° novembre 1938.

Spiegazione breve del dogma dell’Immacolata Concezione
Il dogma dell’Immacolata Concezione di Maria Santissima, proclamato da Pio IX nel 1854, insegna che «La beatissima vergine Maria, nel primo istante della sua concezione, per una grazia ed un privilegio singolare di Dio Onnipotente, in previsione dei meriti di Gesù Cristo salvatore del genere umano, è stata preservata intatta da ogni macchia del peccato originale».
Quattro anni dopo essere stata definita dal papa Pio IX, questa verità fu confermata dalla Madonna stessa a Lourdes in una delle apparizioni a Bernardetta con le parole: “Io sono l'Immacolata Concezione”
Tuttavia "Immacolata" non significa preservata dalla lotta. Anche Lei ha lottato con il “serpente”, ha conosciuto la fatica del “credere”, la crescita nella fede, la noia del “quotidiano”, il dolore lacerante e poi l’abbraccio pacificante.
 “Immacolata” non significa senza “tentazioni” o senza fatica del cuore. Anche Eva era “immacolata”, eppure è caduta, con il cuore diviso.
I “dogmi” che si riferiscono a Maria riguardano anche noi, sono la “grammatica” per capire l’umanità, per parlare la lingua di ogni uomo, perché il suo destino è il nostro.

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