V Domenica di Pasqua – Anno A – 18 maggio 2014
Rito Romano
At
6, 1-7; Sal 32; 1 Pt 2,4-9; Gv 14,1-12
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Rito Ambrosiano
At
10,1-5.24.34-36.44-48a; Sal 65; Fil 2,12-16; Gv 14,21-24
1) Nulla vi turbi[1].
Durante la Settimana Santa abbiamo
contemplato la carità pastorale di Cristo, che si è manifestata durante
l’ultima Cena con due
gesti che esprimono il significato della sua vita e della sua morte: il gesto
di lavare i piedi – segno del porre la sua vita al servizio degli altri – e quello di dare un boccone a Giuda,
con il quale rivela il suo amore fino all’estremo.
Lui dona se stesso a chi lo tradisce
e si consegna alla Croce
per gli uomini peccatori, per tutti, per ciascuni di noi. La morte in Croce è
il modo con cui Gesù ci apre la via
al Padre nostro. Proprio così Gesù rivela la sua gloria di amore assoluto che
si dona senza riserve, senza limiti.
Il
discorso di Gesù, che la Liturgia di questa domenica ci propone (Gv 14,1-12) si apre con un invito a
superare la paura: “Non sia turbato il
vostro cuore”. Si tratta di una paura profonda quella che ha preso il cuore
degli Apostile nel Cenacolo: la paura della sofferenza, della morte, del
futuro. Gesù suggerisce che c'è un solo modo per vincere le molte e profonde
paure che ci assalgono: è quello della fede in Dio e della fede in Lui: Lui
solo basta, soltanto Dio è la roccia su uci costruire la vita, Lui soltanto è
il rifugio sicuro. Le altre sicurezze deludono. L'amore di Dio è fedele e non
ci abbandona mai: questa è la grande certezza che conforta il credente.
A Pasqua questa certezza farà presa
completa sugli Apostoli compreso San Tommaso.
Questo Apostolo, che era disposto a
credere solo se vedeva, nel quadro dell’Ultima Cena è dipinto da Leonardo da
Vinci con il dito con il
dito in alto verso il cielo, perché quel dito ha toccato davvero il
cielo, ha toccato l’amore concreto di Dio che dà la vita per lui. In effetti, nel Vangelo di Giovanni,
Tommaso rappresenta il passaggio dall’incredulità alla fede come
esperienza d’amore, a cui credere e a cui affidarsi.
Questo
Apostolo, che oggi è ancora impaurito e turbato, domanda al Messia: “Signore, io non so dove vai, come dici che possiamo conoscere la
via?”. “Gli
rispose Gesù: “Io-Sono la via, la verità, la vita.
Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se avete conosciuto me, anche il
Padre mio conoscerete e da ora
lo conoscete e l’avete visto” (Gv 14. 5-7)
La
risposta che Gesù dà a Tommaso gli farà capire qual è la via, ma non
subito. Tommaso ora non
capisce,capirà quando – incontrando
Gesù Risorto – metterà il dito nei buchi della mani
divine trafitte e vedrà qual è la via, qual è la verità, quale è la vita e la
indicherà agli altri, noi compresi.
La
risposta di Gesù a Tommaso è
prima di tutto “Io-Sono”, che è il nome con il quale Dio si è rivelato a
Mosé. Nel Vangelo di San Giovanni è il modo con il quale Gesù parla di sé e dice “Io-Sono” in modo assoluto e “Io-Sono” con specificazioni. Oggi
ne dà le tre fondamentali
“Via, Verità e Vita”, altrove ha detto Io-Sono il Pane, Io-Sono il Pastore,
IO-Sono la porta.
2) Io-Sono
la via, la strada per arrivare a casa, a Dio, al cuore,
agli altri.
Domenica scorsa abbiamo meditato su
Cristo che dice di sé: “IO SONO la Porta; IO SONO il Pastore”, oggi Lui dice di
sè: “IO SONO la Via, la Verità e la Vita”.
In primo luogo Lui, Gesù Cristo è la
Via.
Che cos’è la via? La via ha quasi sempre un riferimento
con la casa: è dove sei andando
via da casa o tornando verso casa, è quella la via. Gesù è la via perché il Figlio, che
era presso il Padre è venuto verso di noi ed è tornato al Padre e ci ha fatto vedere
la via di casa nostra, cioè dove stiamo di casa.
Tutta l’esistenza terrena di Gesù è un cammino di ritorno al Padre,
quindi lui è la via e nella tradizione ebraica la via è la legge, che dà il via
alla vita, alla vita di Dio. La nuova legge è Gesù il Figlio, ma la legge del
Figlio non è più qualcosa o qualcuno che lega, la sua è la legge della libertà:
la libertà del Figlio, che è la via in quanto verità che rende liberi, libertà
che sa dare liberamente la vita come offerta di comunione.
Solo Cristo è la strada verso la
realizzazione dei desideri più profondi del cuore dell’uomo, e Cristo non ci salva a dispetto della nostra
umanità, ma attraverso di essa, tenendo conto anche della nostra paura e del
nostro turbamento. E mentre riconosce che la nostra vita è un dramma, ci
insegna che essa, la vita, è lotta per il bene, per la verità non conosciuta
solo con la mente ma incontrata in Cristo che ci abbraccia dalla Croce, ci
nutre con l’Eucaristia, ci perdona con la Confessione. Lui non dice a ciascuno
di noi: “Sforzati di cercare la via
per giungere alla verità e alla vita; non ti è stato detto questo. Pigro,
alzati! La via stessa è venuta a te e ti ha scosso dal sonno; e se è riuscita a
scuoterti, alzati e cammina!” (Sant'Agostino d’Ippona). Lui è la
via dell’amore compiuto, è la via del lavare i piedi, è la via del boccone dato a Giuda, è la via del
dono, è la via del perdono, è l’unica via, quella dell’amore
che ci fa essere con lui e come lui.
In secondo luogo Gesù dice: Io-Sono la verità. Lui è la via perché è la verità che
permette di vivere e rende liberi. La verità è che Dio è Padre e noi siamo suoi
figli nel Figlio. Gesù ci ha rivelato il Padre come amore e libertà
e dono assoluto al Figlio, questa è la verità.
E
la verità nostra è la verità stessa di Dio che è Padre e mi ama infinitamente
fino a dare suo Figlio per me. Questo ci fa capire la nostra
dignità infinita, quindi Gesù è la verità e di Dio e dell’uomo, ci rivela la grande dignità. E come
ce l’ha rivelata questa verità? Facendosi nostro fratello. Ed è per questo che è la vita.
Domandiamoci
infine: “Che cos’è la Vita?” È l’amore tra Padre e Figlio, è la vita di
Dio. Domandiamoci anche cos’è l’uomo vivo? È uno che sa amare e dare la vita. E Gesù ci ha donato la vita,
la vita di Dio, ci ha donato l’amore di Dio come nostra vita.
Solamente
con l’incontro con Cristo risorto i discepoli hanno capito che Lui E’ la via, che il Suo amore offerto è la via, che
il Suo amore E’ “la verità incarnata” (Florenski), che il Suo amore
E’ la vita.
Ma
perché Gesù dice queste parole durante l’ultima Cena? Per far capire ai discepoli che non
si turbino per il fatto che lui se ne va e se ne va morendo da infame. Proprio
andandosene diventa la via, la verità e la vita e dà significato a tutto il
nostro cammino nel suo andarsene, perché tutti camminiamo e ce ne andremo, ma
il nostro andarcene, in nostro tornare a Casa sarà nella via della verità e
della vita.
La
Verità che è Cristo ci unisce alla vita d’Amore di Dio, che ci accoglie con
Padre misericordioso.
Un
via per seguire la Via ci è offerta dalle Vergini consacrate nel mondo. Queste
donne percorrono la via della
santità, tenendo fisso lo sguardo su Gesù e mettendo a servizio della Chiesa e
del mondo come nel modello di omelia proposto dal Pontificale
Romano nel rito di Consacrazione delle vergini, il Vescovo esorta: “Ricordatevi che siete legate al servizio
della Chiesa e dei fratelli: perciò, esercitando il vostro apostolato nella
Chiesa e nel mondo, nell'ordine spirituale e materiale, la vostra luce risplenda davanti agli uomini, perché
sia glorificato il Padre vostro che è nei cieli e si compia il suo disegno di riunire
in Cristo tutte le cose” (RCV, n 29).
La
consacrazione verginale fa crescere in queste donne un atteggiamento di sequela
costante a Cristo, Pastore e Sposo, e di fiducia nei confronti del mondo,
dell’umanità e uno stile di ascolto della storia e delle problematiche umane
congiungendola, per consuetudini di lavoro e di vita, ad ogni uomo e donna per
cui si fa compagna di viaggio, strumento di comunione e testimone di amore.
Anche quando nel corso della sua esistenza attraversa la sofferenza, la
malattia, l’inattività, sperimenta e testimonia l’unione con il Signore.
Partecipano all’opera creativa di Dio attraverso il lavoro che permette loro di
provvedere al proprio sostentamento e di aprirsi alla condivisione dei beni.
LETTURA TEOLOGICA
Dalla «Esposizione su
Giovanni»
di san Tommaso d'Aquino,
dottore della Chiesa (Cap. 14, lect. 2)
La via per giungere
alla vera vita
“La via è Cristo, e perciò
dice: «Io sono la via» (Gv 14, 6). Il che è pienamente giustificato, infatti
«per mezzo di lui possiamo presentarci al Padre» (Ef 2, 18).
E siccome questa
via conduce alla meta, aggiunge: «Sono la verità e la vita»; e così egli è al
tempo stesso via e meta. Via secondo l'umanità,
meta secondo la divinità.
Dunque, in quanto uomo, dice: «Io sono la via»; in quanto Dio aggiunge: «la
verità e la vita». Con queste due parole è indicato molto bene il traguardo di
questa via.
Il punto d'arrivo di questa via infatti è la fine del desiderio
umano. Ora l'uomo desidera due cose principalmente: in primo luogo quella
conoscenza della verità che è propria della sua natura. In secondo luogo la
permanenza nell'essere, proprietà questa comune a tutte le cose. In Cristo si
trova l'una e l'altra. Egli è la via per arrivare alla conoscenza della verità,
anzi è la stessa verità: Guidami, Signore, nella verità e camminerò nella tua
via (cfr. Sal 85, 11).
Similmente egli è la via per giungere alla vita, anzi,
egli stesso è la vita: «Mi hai fatto conoscere il sentiero della vita» (Sal 15,
11 volgata).
E perciò ha designato la fine di questa via come verità e vita. Entrambe
sono state applicate a Cristo più sopra.
Innanzitutto egli è la vita: si dice
infatti «in lui era la vita», e poi che egli è la verità, perché «era la luce
degli uomini» (Gv 1, 4). E la luce è la verità. Se dunque cerchi per dove
passare, accogli Cristo perché egli è la via: «Questa è la strada,
percorretela» (Is 30, 219. Dice Agostino: «Cammina attraverso l'uomo e
giungerai a Dio». E' meglio zoppicare sulla via, che camminare a forte andatura
fuori strada. Chi zoppica sulla strada, anche se avanza poco, si avvicina
tuttavia al termine. Chi invece cammina fuori strada, quanto più velocemente
corre, tanto più si allontana dalla meta.
Se cerchi dove andare, segui Cristo,
perché egli è la verità, alla quale desideriamo arrivare: «La mia bocca
proclama la verità» (Pro 8, 7). Se cerchi dove fermarti, stai con Cristo,
perché egli è la vita: Chi trova me, trova la vita e attingerà la salvezza dal
Signore (cfr. Pro 8, 35).
Segui dunque Cristo se vuoi essere sicuro. Non potrai
smarrirti, perché egli è la via. Perciò coloro che seguono lui non camminano
per luoghi impraticabili, ma per la via giusta. Parimenti non può esservi
errore, perché egli è la verità e insegna tutta la verità. Dice infatti: «Per
questo io sono nato e per questo sono venuto al mondo, per rendere
testimonianza alla verità» (Gv 18, 37). Infine non può esservi confusione,
perché egli è la vita e dà la vita. Dice infatti: «Io sono venuto perché
abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza» (Gv 10, 10)”.
[1] Si pensi e si reciti spesso
questa bella, profonda preghiera di Santa Teresa d’Avila: “Nulla ti turbi, nullati spaventi, Tutto passa, solo Dio non cambia. La
pazienza ottiene tutto. Chia ha Dio non manca di nulla: Solo Dio basta! Il tuo
desiderio sia di vedere Dio, il tuo timore, perderlo, il tuodolore, non
possederlo; la tua gioia sià ciò che può portarti verso di Lui e vivrai in una
grande Pace”.
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